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Politica estera

USA – Russia: la corsa al primato nucleare è aperta

Sia durante la campagna elettorale, sia nelle prime settimane di presidenza, Donald Trump non si è risparmiato di fare affermazioni piuttosto contradditorie in merito alle armi nucleari. Se nel dicembre 2015 aveva dichiarato che il problema più grave del mondo era la proliferazione delle armi nucleari, lo scorso 23 febbraio annuncia la sua intenzione di ampliare l’arsenale atomico statunitense. In un’intervista rilasciata all’agenzia Reuters, il Presidente non nasconde il suo desiderio di vivere in un mondo privo di armi nucleari, ma aggiunge che se ciò non è possibile, gli Stati Uniti dovranno essere i più armati. Washington intende quindi perseguire l’obiettivo di supremazia nucleare attraverso lo sviluppo di un settore che creerebbe anche nuovi posti di lavoro.

A Trump è stato poi chiesto un commento sul segreto schieramento di un nuovo missile Cruise da parte della Russia, un evento che rappresenta una violazione del Trattato sugli armamenti firmato nel 1987 che pose fine alla Guerra Fredda. Il Presidente americano si limita però ad affermare che se ci sarà un incontro con Putin, questo fatto sarà sicuramente oggetto di discussione. Inoltre, torna a mettere in dubbio l’accordo New Start siglato con Mosca sette anni fa che prevede la limitazione degli arsenali nucleari dei due Paesi entro il 5 febbraio 2018. USA e Russia non possono avere più di 800 tra missili balistici e bombe nucleari, inclusi i dispositivi non ancora operativi e schierati. Trump vorrebbe rivedere o abrogare questo accordo perché “fatto male”.

La stessa Russia ha reagito all’intenzione americana di ampliare l’arsenale nucleare: il Presidente della Commissione Esteri della Duma, la camera bassa del parlamento russo, evidenzia le proprie preoccupazioni, tanto da arrivare ad affermare che se gli Stati Uniti torneranno ad essere la maggiore potenza nucleare, “il mondo tornerà alla guerra fredda, con il rischio di una catastrofe globale”. Questo scambio di opinioni contrastanti fra USA e Russia è stato visto da alcuni come una rottura di quei rapporti che sembravano essere abbastanza diplomatici fra i due Presidenti.

Siamo però ormai abituati alle affermazioni imprevedibili e pungenti di Trump: dietro le sue parole non si cela nessuna previsione bellicosa. Si nasconde piuttosto un progetto di sviluppo dell’industria pesante, che, producendo nuovi posti di lavoro e quindi salari, contribuirebbe a rilanciare l’economia americana. Certo che non si possono ancora fare previsioni sull’evoluzione dei rapporti fra le due potenze : i due Presidenti riusciranno a trovare un’intesa oppure Trump recederà dal New Start e deciderà di negoziare un nuovo accordo?

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